Bisogna andare indietro nel tempo e risalire al 1846 per trovare il capostipite di questa casata orafa. Gallo Alfonsi dette infatti inizio alla sua attività in quell’anno collaborando presso il laboratorio d’un famoso maestro orafo, il Castellani. Di lì a poco viene aperta la bottega, il negozio romano in via delle Muratte, a un passo da Fontana di Trevi, che in breve acquista una fama meritata sul campo. Creazioni d’alta gioielleria s’impongono per la loro bellezza attirando una clientela di prestigio. Principi e nobili, rappresentanti della Santa Sede e, dopo la breccia di Porta Pia, i nuovi governanti di Roma Capitale s’affidano al gusto creativo di Gallo Alfonsi per i loro preziosi acquisti. Anche la Casa Reale riconosce il valore dell’artista orafo nominandolo fornitore ufficiale, e la targa che attesta il riconoscimento del re alla bottega fa bella mostra nella vetrina tra i prezzi più ricchi , tra i quali spicca un gallo d’oro e ceramica che è il simbolo della ditta.
L’azienda è lasciata da Gallo nelle mani del figlio Francesco nel 1911, anno della sua morte, e la tradizione d’alta gioielleria della famiglia si rinnova consolidandosi. La moda dell’epoca impone fiori e fiocchi in pietre preziose e i gioielli Alfonsi nel seguire la corrente del momento s’affermano per la loro unicità. Sono anni difficili di guerra e di sconvolgimenti politici culminanti con la marcia su Roma, e alla tradizionale clientela della gioielleria di via delle Muratte s’aggiungono i rappresentanti del Regime, tra i quali spicca la famiglia Ciano. Sembra quasi che gli esponenti dei diversi momenti storici della Capitale abbiano un comune punto di riferimento nella gioielleria Alfonsi, che dopo Ciano conosce quale cliente anche Alcide De Gasperi. La bottega è frattanto affidata a un nuovo Alfonsi Lamberto, bussolante pontificio e figura nota negli ambienti sportivi di Roma, ma già s’affacciano all’ormai secolare tradizione orafa della famiglia le nuove leve.
Germano Alfonsi inizia l’apprendistato artistico nell’azienda di famiglia a soli 14 anni firmando giovanissimo i suoi primi disegni con la sigla Ger. Sarà questo giovane alla morte del padre avvenuta nel 1948 a portare nella collaudata creatività della secolare oreficeria un salto di qualità artistica, Le sue sono sculture di piccole dimensioni e di prezioso materiale che s’impongono all’attenzione della clientela, sempre di elevata qualità; adesso sono di casa a via delle Muratte Renato Rascel, Virna Lisi, Peppino De Filippo. Germano dà nuova nobiltà al gioiello e i suoi pezzi unici sfuggono alle regole del mercato per rispondere invece a quelle della collezione. Negli anni 50 lascia la bottega di via delle Muratte e si trasferisce a Frascati, dove apre prima lo studio di piazza San Rocco e successivamente la “Galleria La Rassegna” in via Ajani 4. Un indebolimento d’immagine? Nemmeno per sogno a giudicare dal prestigioso elenco di nuovi clienti. Sembra di citare un dizionario delle celebrità: Kennedy, Podgorny, De Gaulle, Papa Giovanni, Paolo VI, Sophia Loren, Ornella Muti, Zeffirelli, Frank Sinatra e ancora altri nomi egualmente famosi.
Negli anni 80 arriva l’ultima generazione degli Alfonsi costituita da Biancamaria, Francesco e Micaela i figli di Germano, che con le loro creazioni rappresentano un connubio tra le scelte degli
iniziatori di questa stirpe orafa e la concezione artistica del gioiello del padre. Ora la gioielleria Alfonsi compie 160 anni nella collocazione di Frascati, proseguendo il percorso intrapreso tanti anni or sono dall’avo Gallo. Come ha scritto Natalia Ginzburg “uno le case può venderle o cederle ad altri fin che vuole, ma le conserva ugualmente per sempre dentro di sè”. Per questo pensiamo che la bottega fondata nel 1846 da Gallo Alfonsi abbia effettiva e attuale dimora là dove i suoi eredi rinnovano la loro arte orafa.