Fabio Bisonni nasce nel 1968 a Roma; qui si diploma all’Istituto d’Arte Statale “Silvio D’Amico” dove è allievo del Maestro Achille Pace.
Attualmente vive e lavora a Passo Corese, vicino all’Abbazia di Farfa, in provincia di Rieti.
La sua ricerca pittorica si sviluppa dal movimento pittorico del Metropolismo, movimento nato alla fine degli anni ‘80 dal critico Achille Bonito Oliva che affronta criticamente le attuali tematiche sociali, come il consumismo e le griffe.
Le opere del primo periodo di Bisonni sono caratterizzate da una vena intimistica: nei suoi dipinti regna la malinconia dando l’idea di un inconscio bisogno di evasione dalla realtà e, al tempo stesso, facendo prendere coscienza della nuova realtà contraddistinta dalla perdita dei valori, quali gli ideali, la politica, la solidarietà e la famiglia.
A sottolineare maggiormente tutto ciò è anche l’assenza delle figure umane.
Le scene dei suoi dipinti sono delle sequenze fisse, dei fermi immagine di storie che ci passano davanti agli occhi senza toccarci.
Questo è un altro punto sul quale l’artista ci invita a riflettere, ovvero sulla nostra indifferenza per le miserie quotidiane quando non ci riguardano direttamente.
Nell’ultima produzione artistica l’artista concentra la sua ricerca su temi che riguardano la vita e l’arredo urbano delle città.
I soggetti che predilige in questa seconda fase sono prevalentemente scorci architettonico/urbani, gasometri, stazioni, ma anche tram, autobus, semafori, fili elettrici,stazioni e scorci di vie affollate dal traffico, immagini che l’autore fa rivivere mediante il suo virtuoso occhio fotografico e la sua pennellata corposa. Fabio Bisonni ritrae nelle sue opere la velocità della vita metropolitana, il teatro quotidiano dell’uomo e la perdita di identità del singolo individuo. Il racconto si esprime anche attraverso i colori, le immagini, gli oggetti e i tagli fotografici che invitano lo spettatore a ricercare un senso più profondo della vita, riscoprendo il valore delle semplici cose. Con Fabio Bisonni anche una semplice stazione o un grattacielo, diventa arte e rivelazione di un mondo che cambia velocemente.